
​Tao Shiatsu​
Associazione culturale
QI GONG
La pratica
​In modo analogo al più famoso Tai Ji Quan, ed in maniera più semplice ed efficace, la pratica dinamica risulta una forma di meditazione in movimento (senza aspetti marziali), in cui imparare a portare l’attenzione dentro di se, escludendo gradualmente ogni distrazione, per poter eseguire i movimenti richiesti in modo corretto; quella statica, dopo che ne avremo appreso a sentirci a nostro agio nella sua esecuzione, diventerà una forma di movimento nella meditazione (ascolto e guida del movimento del Qi al nostro interno).
Entrambe sono caratterizzate da tre aspetti fondamentali:
1. Prima di tutto il respiro, che deve mantenersi naturalmente rilassato, disteso. Inizialmente la respirazione sarà naturale, ma profonda, lenta e gentile; questo è ottenuto con la natura delle posizioni, l’enfasi sul rilassamento generale, sopratutto quello di torace ed addome permette alla respirazione di assestarsi ed approfondirsi gradualmente, senza impedimenti né bisogno di forzature mentali. In seguito vedremo altri tipi di respirazione tipici del Qi Gong, ma è inutile parlarne finché non abbiamo imparato a praticare questo. Tutti ovviamente respirano, in ogni momento della giornata, ma non si sta praticando Qi Gong, perché occorre che vi sia qualcos’altro affinché questo respiro sia Qi Gong, ed è il secondo fattore, la
2. postura: il Qi Gong ha alcune posture: il camminare, stare fermi in piedi, stare seduti e giacere distesi. Camminare è il Qi Gong più facile, perché la natura umana vuole muoversi e nella nostra società in particolare siamo spinti ad essere sempre in movimento; il movimento affascina e interessa, volentieri si dedica tempo e fatica per imparare a muoversi. Il Qi Gong più difficile è quello in cui si sta fermi ed immobili, almeno come movimenti del corpo; lo stare fermi, senza attività esterne imbarazza, sembra di perder tempo; non ci si rende conto del lavoro che invece si svolge all’interno del corpo quando si riesce a restare in quiete.
C’è poi un terzo fattore da considerare, perché respiro e postura sono esercizi, ma gli esercizi da soli ancora non sono Qi Gong; questo è la
3. consapevolezza: si possono fare questi esercizi ascoltando la musica, guardando la televisione, avendo i pensieri che se ne vanno in giro, ma questo non è Qi Gong poiché la consapevolezza non è dentro di sé; naturalmente c’è il respiro, c’è il movimento e si è nel nostro corpo, ma se non siamo con la consapevolezza dentro di noi il Qi Gong è solo un esercizio. Qi Gong vuol dire che la consapevolezza deve essere all’interno del corpo; può essere in qualche parte del corpo, in un punto specifico del corpo o anche in un certo suono del corpo (quello che viene chiamato un mantra). Questo è Qi Gong.
Durante la pratica occorre cercare di attuare contemporaneamente gli atteggiamenti richiesti da questi tre aspetti; è però fondamentale che questo avvenga in modo disteso e rilassato, senza portare tensioni. Per questo occorre non cercare, desiderare risultati, fosse anche cercare di eseguire un movimento in modo corretto; lavorare con attenzione e serenità , con l’intenzione di operare in modo corretto, cercando di essere calmi e rilassati, di ascoltare il respiro, di muoversi in modo corretto, ma se non ci riusciamo non importa; continuiamo così attendendo che accada e prima o poi, al momento giusto, accadrà .

